Daniele Gatti – Maggio Musicale Fiorentino
Direttore
Daniele Gatti
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
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Franz Joseph Haydn
Sinfonia in fa minore Hob:I:49, La passione
Antonio Vivaldi
Sinfonia in si minore Al Santo Sepolcro RV 169
Tōru Takemitsu
Requiem per archi
Richard Wagner
Parsifal: preludio atto III e Karfreitagszauber (Incantesimo del Venerdì Santo)
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Franz Joseph Haydn – Sinfonia n. 49 in fa minore Hob. I:49, La passione
La Sinfonia n. 49 in fa minore, La passione fu composta da Haydn nel 1768 per la corte del principe Esterházy. L’appellativo – che non è d’autore ma fu apposto dall’editore per puri fini commerciali – si deve allo spirito drammatico e concitato della composizione ed è da collegarsi al clima dello Sturm und Drang, il movimento preromantico che investì il mondo delle arti alla fine del Settecento. Tuttavia i tratti distintivi della sinfonia come la tonalità d’impianto in modo minore, il clima cupo e serioso, le numerose tensioni armoniche create da successioni di accordi dissonanti, l’atteggiamento carico di pathos e a tratti dolente, nonché l’impianto formale tipico dell’antica sonata da chiesa – con l’alternanza di movimenti lenti e movimenti animati – contribuirono in passato ad alimentare la suggestione che dietro la composizione vi fosse un’ispirazione religiosa.
Antonio Vivaldi – Sinfonia in si minore Al Santo Sepolcro RV 169
Nel 1703 Antonio Vivaldi fu nominato maestro di violino all’Ospedale della Pietà di Venezia. L’incarico, che si protrasse per oltre un ventennio, segnò l’inizio della sua fortunata carriera in laguna. Molte tra le più belle pagine di musica strumentale e vocale del prete rosso furono infatti composte in quegli anni per le giovani allieve del pio istituto che regolarmente si esibivano in concerto in occasione delle celebrazioni domenicali e delle festività del calendario liturgico. La Sinfonia in si minore per archi e basso continuo Al Santo Sepolcro RV 169 fu verosimilmente composta per le virtuose dell’Ospedale della Pietà in occasione della Settimana Santa. Articolata in due movimenti – Adagio molto e Allegro ma poco – la composizione ha un carattere raccolto e austero e prevede un organico essenziale circoscritto ai soli archi, senza aggiunta di organo o cembalo per la realizzazione del basso continuo. Il mistero della morte di Cristo suggerisce a Vivaldi una scrittura anch’essa essenziale che rinuncia volutamente a ogni effetto di fascinazione strumentale e si caratterizza per il reiterato intervallo di seconda minore, simbolo musicale di dolore e sofferenza.
Tōru Takemitsu – Requiem per archi
Autore di centinaia di composizioni, Toru Takemitsu è il più noto ed eseguito compositore giapponese nel mondo. Figura chiave della scena musicale internazionale del secolo scorso, Takemitsu è stato un artista eclettico, curioso e sempre pronto a recepire stimoli sonori provenienti da altre culture per inglobarli in un discorso musicale fortemente identitario. Appassionato di cinema, Takemistu deve la sua formazione in materia di musica da film a Fumio Hayasaka, maestro, mentore e amico alla cui memoria dedicherà il Requiem per archi. Composto nel 1957, il Requiem rivelò il talento di Takemistu al mondo occidentale grazie all’endorsement di Igor Stravinskij che ne rimase favorevolmente colpito dopo averlo ascoltato in radio durante una visita in Giappone. La pagina è in un solo movimento articolato in tre sezioni asimmetriche dai contorni sfumati dove il silenzio, elemento primario nell’estetica di Takemitsu, ha un ruolo fondamentale. Il tema pare infatti nascere dal nulla e dopo aver subito una serie di elaborazioni tortuose svapora nel silenzio, nell’illusione di un tempo infinito.
Richard Wagner – Parsifal: Preludio atto III e Karfreitagszauber (Incantesimo del Venerdì Santo)
Tenuto a battesimo da Hermann Levi al Festival di Bayreuth il 26 luglio del 1882, Parsifal è l’ultimo dramma musicale di Richard Wagner. Nel mito medioevale di Parsifal, cavaliere della Tavola Rotonda votato alla ricerca del Santo Graal, si ritrovano temi particolarmente congeniali alla poetica wagneriana. Il Parsifal di Wagner, il ‘puro folle’ perché inizialmente inconsapevole del proprio destino, è l’eletto alla conservazione e difesa della santa reliquia. Ma la via che porta alla rivelazione è lunga e disseminata di ostacoli e tentazioni. Dopo aver affrontato e sconfitto il mago Klingsor, rappresentante del mondo del Male, e riconquistato la Sacra lancia della salvezza, Parsifal vaga senza meta per un tempo indefinito, in un cammino di trasformazione spirituale. Temprato dalla sofferenza e spinto dalla fede, all’inizio del terzo e ultimo atto, giunge finalmente al castello di Montsalvat, tempio dei cavalieri del Graal. L’intenso Preludio orchestrale che apre il terzo atto descrive il senso di solitudine e di sgomento provati da Parsifal nel suo lungo vagare. Ma il tempo della redenzione è ormai vicino e dopo il rito dell’investitura e della benedizione impartitagli dall’anziano cavaliere Gurnemanz, Parsifal si avvia al castello. Risuona in orchestra l’Incantesimo del Venerdì Santo, un pannello sonoro di elegiaca bellezza che descrive il risveglio della Natura ai primi raggi del sole mattutino. Nell’avvolgente melodia degli archi fluttuano dolcemente le sonorità dei legni e risuonano come echi di giubilo in lontananza gli squilli degli ottoni: è il benevolo presagio della rinascita e della salvazione finale.