“Assistiamo con sconcerto e crescente preoccupazione a quanto sta accadendo in Afghanistan in questi giorni in cui un intero popolo viene privato delle libertà fondamentali e si afferma un regime totalitario che discrimina le donne e che, tra l’altro, ha già annunciato che saranno di nuovo vietati l’ascolto e la pratica della musica. Un divieto che riporta l’Afghanistan a un tempo che sembrava dimenticato in cui creatività ed arte erano considerate un pericolo e non un grande strumento di sviluppo, di crescita, di democrazia e di futuro”.
È quanto dichiarano, in una nota congiunta, Francesco Giambrone e Fulvio Macciardi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’ANFOLS – Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche.
“Nell’esprimere ferma condanna per qualunque atto limiti le libertà di espressione dei popoli – continuano Giambrone e Macciardi -, facciamo appello alla comunità internazionale e auspichiamo azioni e interventi delle diplomazie affinché vengano garantiti al popolo afghano diritti e libertà fondamentali, compreso quello di espressione artistica, e la pratica della musica”.
“Nei prossimi giorni ci riuniremo in Assemblea per concordare iniziative concrete da realizzare sia per esprimere solidarietà alle donne afghane sia per contribuire, con gli strumenti a nostra disposizione, alla conoscenza e alla promozione della musica afghana e della sua straordinaria tradizione. Ci sembra questa la maniera migliore per ribadire principi e valori per noi irrinunciabili.”
“Per questa ragione – conclude la nota – ci faremo promotori nei singoli teatri di iniziative e progetti dedicati alla musica afghana ed al ruolo delle donne afghane nella pratica e nell’educazione musicale affinché anche il nostro Paese possa contribuire alla conoscenza di quella grande tradizione musicale e affinché il silenzio imposto in quel Paese dal regime dei talebani non finisca per cancellare la memoria e la pratica di quella musica nel mondo”.