L’immancabile Traviata e le opere più popolari di Rossini, Puccini e Donizetti, ma anche vari titoli inconsueti e alcune coraggiose novità. La nuova stagione della Fenice conferma l’impostazione voluta dal sovrintendente Cristiano Chiarot — incontrare i gusti del pubblico più vasto e dei turisti che affollano Venezia soprattutto in particolari periodi dell’anno come il Carnevale o la tarda primavera — ma allo stesso tempo prosegue e anzi accentua un’apertura al repertorio meno scontato. Dopo l’inaugurazione con l’Idomeneo di Mozart il cartellone propone altri 16 titoli operistici e La Bayadère di Minkus allestita dall’Estonian National Ballet. Svetta come da tradizione l’opera simbolo del teatro, la Traviata che qui venne tenuta a battesimo nel 1853: 7 rappresentazioni ad aprile e 11 a settembre, nell’ormai storico e insostituibile allestimento di Robert Carsen; sul podio Nello Santi (i due hanno collaborato a Parigi per Manon Lescaut), nel ruolo di Violetta cantera in autunno Jessica Pratt, 36enne soprano anglo-australiano in rapida e irresistibile ascesa. Seguendo le curiose geometrie che il direttore artistico Fortunato Ortombina ha seguito nel tracciare il cartellone 2016 si incontra subito un altro titolo verdiano: niente Aida, Rigoletto o Trovatore, ma Stiffelio: raramente eseguito (fu lo stesso autore a ritirarlo nel 1856, sei anni dopo il debutto), rappresentò l’esperienza preliminare e fondamentale che aprì la strada a Traviata; e fu proprio alla Fenice che l’opera rinacque, nel 1985, dopo il meticoloso lavoro filologico compiuto da Giovanni Morelli e una prima riesumazione tentata a Parma nel 1968. Ora toma a Venezia in una nuova edizione critica che si rifa all’autografo originale, ritrovato nel 1992; sul podio Daniele Rustioni, un ex giovanissimo e oggi ancor giovane ma già navigato tra esperienze scaligere ( e incarichi stabili (al Petruzzelli di Bari); il nuovo allestimento è affidato all’ultimo Premio Abbiati per la regia Johannes Weigland. Stefano Montanari, una carriera da violinista barocco e un presente sempre più lanciato nel melodramma, dirigerà II barbiere di Siviglia e L’elisir d’amore, ma come Verdi anche Rossini e Donizetti ritornano con due titoli assai meno frequentati. Del cigno di Pesaro Alvise Casellati concerterà II signor Bruschino, mentre del bergamasco Donato Renzetti porterà a Venezia, per la prima volta nella lingua originale francese, La Favorite. Gli altri due titoli altisonanti sono Norma, con Mariella Devia nel ruolo eponimo, e Madama Butterfly, che vedrà il ritomo in Laguna di Myung-Whun Chung:. Dopo Bellini e Puccini ecco Mascagni, non con Cavalleria rusticana ma col ben più raro L’amico Fritz, nel cui cast spicca il soprano Carmela Remigio. Nome ugualmente importante ma titolo ancor più desueto con Gluck e Le cinesi, realizzato in collaborazione col conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e rivolto al giovane pubblico come II ritorno deìle chironomidi del 42enne veneziano Giovanni Mancuso. Da un lagunare contemporaneo a un concittadino nato nel 1876, Ermanno Wolf-Ferrari, il cui II segreto di Susanna sarà accostato all’Agenzia matrimoniale di Roberto Hazon. Il Concerto di Capodanno sarà diretto da James Conlon, guida della Los Angeles Opera e del Ravinia Festival.